venerdì 4 Ottobre 2024

CHIESA SAN MARTINO – CIMBRO

La parrocchiale di S. Martino di Cimbro sorge all’esterno del villaggio, in posizione isolata rispetto all’abitato: questo deporrebbe per una sua antichità. Certa è la sua esistenza tra la fine del sec. XI e gli inizi del XII, quando si costruisce la chiesa romanica le cui fondamenta e la parte basale dell’abside sono state scavate e portate alla luce nel 2004.

Alla fine del sec. XIII è citata nel Liber Notitiae: “in plebe Mezana. loco Zimbri. ecclesia sancti martini” e ancora nel 1398 viene elencata tra le chiese della pieve di Mezzana: “Capella S. Martini, locorum de Zimbri et Cuyroni“. Dalla planimetria disegnata nel Cinquecento si evince una struttura ancora ad unica navata monoabsidata, di tipo romanico, con il campanile quadrato e la sacrestia appoggiati sul lato sinistro.

Una dettagliata descrizione del 1596 ricorda come l’edificio, sempre ad unica navata, soffittata, con pavimento in cotto, ineguale, ha le pareti affrescate; l’unico altare è situato ad oriente nella vecchia nicchia dipinta con quegli affreschi che sono stati scoperti in parte negli scavi del 2004, dove si individuano le gambe e i piedi calzati di due personaggi, probabilmente le figure di Santi, databili al sec. XIV.

Nel Seicento si attuano nuovi ampliamenti e modifiche. Si edifica la cappella di sant’Antonio da Padova e nel 1668 il card. arcivescovo Alfonso Litta concede la licenza per collocare sull’altare la statua del santo. Da una descrizione fatta nel 1684 si deduce che la chiesa è stata notevolmente allungata, più del doppio; ha ora quattro cappelle con altare: la maggiore è nel coro, a destra sono le cappelle di sant’Antonio da Padova e di san Carlo Borromeo, a sinistra quella della Beata Maria Vergine, oltre al battistero, sempre sulla sinistra.

Verso levante si trovano il cimitero e la casa parrocchiale. Nel Settecento altre migliorie interessano l’altar maggiore, rifatto in marmi policromi con bel paliotto decorato a fogliami e uccellini multicolori negli anni 1704-1724, il portale d’ingresso in pietra lavorata (1731) e il sepolcro dei parroci in chiesa, con la lapide di chiusura in marmo nero per ricevere le spoglie di don Carlo Riva, curato di Cimbro e di Cuirone, del 1728. Nella visita dell’arcivescovo Pozzobonelli del 1750 le cappelle sono sempre le stesse, salvo quella della B. Maria Vergine che è detta dei Sette Dolori. Nel 1793 l’arcivescovo Filippo Visconti concede la benedizione per questa cappella e per l’altare dedicato alla B.V. Maria dei Sette Dolori, recentemente rinnovati, con la statua che ancor oggi è posta nella nicchia dell’altare marmoreo. Anche l’organo è settecentesco, con interventi successivi di Giovanni Battista Monti di Galliate nel 1808 e dell’organaro varesino Giovanni Mentasti (1875); restaurato nel 1999, fa parte degli antichi organi della provincia di Varese.

Il portico sulla facciata, non documentato nelle antiche carte d’archivio, probabilmente è coevo al portale (1731) o d’inizio Ottocento.

Chiesa di Cimbro Chiesa di Cimbro